L’Italia al centro degli investimenti nell’energia. Questo è uno degli scenari più verosimili descritti durante la conference in deep di Dealflower organizzata al Centro Svizzero di Milano e moderato dal direttore della testata Laura Morelli. Gli obietti sfidanti da qui al 2030 non lasciano scampo ma concedono ampi margini di movimento. Nonostante un sistema normativo e soprattutto burocratico che inevitabilmente frenano gli investimenti.
Ma il momento è quello giusto: “Life is Now” come si suol dire. Sia per quanto riguarda il mercato delle rinnovabili classiche, sia per tutto quello che è supporto. Batterie, pompaggio, Storage. Un momento che arriva dopo che nessun anno è stato uguale all’altro da prima del Covid a oggi. E gli investitori se ne sono accorti, specie in un contesto economico in cui probabilmente ciò che incide maggiormente è il rialzo dei tassi, fattore sicuramente non secondario.
“Dal nostro osservatorio, i grandi player dell’energia hanno avviato un’evidente attività di disinvestimento all’estero -spiega Davide Palazzo, senior manager di Accuracy nel primo panel intitolato “Nuove frontiere dell’energia, tra il nucleare e le rinnovabili”-. Il piano di azione in particolare è quello di abbandonare Paesi come Sudamerica o Asia per fare raccolta. E poi spingere nuovi investimenti in Europa e perché no, soprattutto in Italia. L’Eurozona si è data obiettivi molto sfidanti per le rinnovabili da qui al 2030, e quindi è anche normale che i team delle grandi corporate si stanno ponendo delle sfide, dove il nostro Paese è al centro per il potenziale ancora inespresso tra eolico e solare”.
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